TRASFORMAZIONE

3Il Gruppo Saviola è l’unico a sfruttare legno riciclato al 100% su tutta la gamma di pannelli truciolari. Ogni anno trasforma 1,5 milioni di tonnellate di legno di recupero, salvando dall’abbattimento l’equivalente di 10.000 alberi al giorno.

Non tutto il legno usato può diventare Pannello Ecologico: la materia prima viene accuratamente selezionata e solo il legno che presenta determinate caratteristiche di salubrità viene accettato. In particolare, viene impiegato legno proveniente da:

  • > Legno da costruzioni e demolizioni edili

  • > Pallet

  • > Trucioli

  • > Mobili vecchi

  • > Imballaggi in genere di legno

  • > Residui di lavorazione

  • > Cassette da frutta

Il legno in entrata subisce rigorosi controlli di carattere qualitativo, distinguendo anche in base alla provenienza (estera o nazionale). Questo per garantire forniture dai requisiti chimico-fisici inquadrati nel rispetto dei più elevati standard di sicurezza.

Sia per il legno di riciclo di provenienza estera che per quello di provenienza nazionale, i limiti di autocontrollo delle aziende che producono Pannello Ecologico sono più severi di quelli previsti dalle norme europee:

  • > CR 13887 Articoli per l’infanzia

  • > EN 71-3 Sicurezza dei giocattoli

Ecotecnologia

Un processo produttivo di qualità certificata unico al mondo, supportato da un impegno costante a livello di ricerca, innovazione e processi che permette un impatto ambientale positivo. Le tecnologie di trasformazione del Gruppo Mauro Saviola sono in grado di trattare tutti i rifiuti legnosi raccolti (imballaggi, sfridi di lavorazione, mobili rotti, materiale da cantieristica edile ecc).

La “fabbrica nella fabbrica”

Una volta superate tutte le verifiche di carattere qualitativo, il materiale viene sottoposto ad un accurato processo di selezione e pulitura, che provvede a separare il legno da qualsiasi altro materiale estraneo. Il primo passo è dunque separare tutto ciò che inevitabilmente va a finire nella raccolta differenziata insieme al legno: dalla sabbia del cantiere edile ai chiodi che finiscono nel cassone…

Questa tecnologia è una vera e propria “fabbrica nella fabbrica”, un intero processo industriale  – esclusivamente meccanico – dedicato alla pulizia del materiale. Le cosiddette “trappole”, infatti, consentono di separare tutto ciò che non è legno, senza adoperare solventi chimici o reagenti di nessun tipo: la vasca per affondare materiali inerti, ad esempio i sassi, le calamite per attrarre il ferro, le centrifughe che operano una separazione per gravità… Anche i materiali diversi dal legno sono destinati al riciclo. Tutti gli scarti di produzione (ferro, plastica, carta, alluminio, vetro, presenti nel legno in entrata), una volta separati, vengono poi inoltrati alle aziende che li riciclano. Solo di ferro vengono smaltite oltre 20.000 tonnellate all’anno.

Auto-alimentazione

La parte legnosa non valorizzabile derivata dalla vagliatura e pulizia del materiale viene bruciata per alimentare i processi. Ma solo il legno che non si può riciclare – e solo quello – viene reimpiegato come biomassa per l’autoalimentazione. Si produce così energia elettrica e termica da utilizzare nel ciclo produttivo, così da ridurre drasticamente il consumo di combustibili fossili e chiudere il circolo virtuoso Riciclaggio-Riuso. Il risultato è un materiale puro, perfettamente idoneo ad essere lavorato per diventare pannello. Le emissioni derivate dalla combustione sono regolate da filtri elettrostatici in grado di captare polvere e sostanze organiche con un’elevatissima efficienza: le aziende del Gruppo, infatti, hanno disposto un piano di controllo analitico che prevede il monitoraggio in continuo a disposizione delle autorità preposte.

Le alternative al riciclo

Incenerimento

  • se non è preceduto da una cernita approfondita può rappresentare un potenziale rischio di inquinamento.

  • determina un rapido ritorno dell’anidride carbonica nell’atmosfera

  • è un processo non ripetibile perché la materia viene eliminata

Le discariche

  • occupano il territorio in maniera praticamente permanente e, a livello locale, determinano un grave disturbo (odori, rumori, traffico)

  • costituiscono una potenziale fonte di inquinamento perché il biogas (metano 60% e anidride carbonica 40%) contribuisce all’Effetto Serra